Incremento dei canoni di noleggio a seguito del “caro polizze”: quali le soluzioni possibili?

Nel corso del 2010 tutti i noleggiatori a lungo (NLT) hanno proposto nuovi canoni pesantemente rivisti al rialzo a causa degli incrementi della porzione assicurativa, che incide in media per il 30% sul canone (considerando il classico pacchetto RC, kasko, furto e incendio) e che ha registrato a sua volta incrementi medi del 16%, secondo stime dei NLT, ma con punte giunte anche al 150%.
I clienti hanno reagito con forza, ma nulla hanno potuto fare nei confronti di quei NLT che si sono dichiarati fermi nelle loro intenzioni, condizionate a monte dal diniego delle compagnie di assicurare le flotte, motivato dalla forte riduzione della redditività e dal rischio incombente di perdere il controllo di questo business, a causa anche delle nuove regole che prevedono l’indennizzo diretto e dell’aumento di altri componenti, come le tabelle per determinare i danni alla persona. Insomma, in tempo di crisi la assicurazioni tendono a selezionare la redditività dei contratti a scapito della crescita dimensionale e non esiste, in questo senso, obbligo alcuno per esse di assicurare le flotte, che non prevedono il meccanismo di bonus malus.
Laddove i NLT hanno dimostrato una posizione più flessibile nei confronti delle aziende, comprendendo lo stato di malessere di queste ultime e non volendo essere messi in gara, si è potuti giungere ad una soluzione negoziale, che prevede l’allungamento dei contratti e il rinvio degli incrementi al 2011: quindi la scadenza di queste proroghe è ormai imminente e gli aumenti si riproporranno con l’inizio del nuovo anno.
A ben vedere, il braccio di ferro delle compagnie assicurative verso i NLT e di questi ultimi verso le aziende non è altro che una doppia provocazione che ha un duplice scopo, comprensibile e legittimo: convincere i NLT a controllare meglio l’aspetto assicurativo delle loro flotte, incentivando le aziende a stipulare solo polizze che prevedano adeguate penalità in caso di sinistro. Da tempo, infatti, i NLT invocano una qualche forma di partecipazione dei clienti al rischio, per poter meglio controllare i componenti più instabili nella determinazione del canone (valore residuo, assicurazioni e fiscalità), invocazione alle quale sono sorde soprattutto le grandi aziende nelle quali l’auto è un “superbenefit”: a volte, infatti, all’interno di alcune di queste flotte oltre al “benefit assicurativo”, viene purtroppo tollerato anche il “benefit” (illegittimo e non scritto) di abusare della copertura assicurativa, che sfocia in comportamenti colposi (incuria e mancate denunce), trascurati dall’azienda che non mette in atto legittime azioni repressive e anzi perdona il trasgressore accollandosi eventuali oneri occasionalmente fatturati dal NLT, o addirittura dolosi, con vere e proprie frodi a favore di amici e conoscenti. Ciò che i NLT stanno chiedendo a gran voce è un maggior controllo da parte delle strutture aziendali, a cominciare dall’introduzione di un sistema di penalità che semplicemente spinga il driver a tenere verso l’auto aziendale la stessa cura che avrebbe per la propria auto: una richiesta più che legittima e anche “moralmente” apprezzabile. Bando, insomma, ai contratti NLT a franchigia zero, il rispetto dell’auto assegnata deve rientrare in un contesto di regole che l’azienda deve applicare e controllare in maniera responsabile.
C’è del vero quindi, nella richiesta avanzata dai NLT, così come esiste, però, anche il legittimo sospetto che la spiegazione data non sia del tutto chiara e lineare. Una maggior trasparenza nella comunicazione da parte dei NLT sarebbe auspicabile, fino a giungere ad una totale e completa analisi degli aumenti per ciascuna componente assicurativa, che possa risultare convincente a condivisibile per il fleet manager.
L’introduzione di una franchigia adeguata (a fronte di uno sconto sul canone) è sicuramente una regola valida e anche accettabile dal punto di vista etico: perché chi causa un sinistro passivo è giusto che contribuisca almeno parzialmente al risarcimento. Ma non basta: l’installazione di “black box” satellitari a bordo e la partecipazione a corsi di guida sicura sono soluzioni utilissime per diminuire la sinistrosità della flotta attraverso un controllo sistematico dei sinistri e una maggior conoscenza delle pratiche di guida da parte dei driver.

  1. Conosco personalmente alcune società, molte poche in realtà, che sono riuscite ad imporre ai propri dipendenti delle franchige piuttosto elevate nel caso di sinistri passivi, causati cioè da comportamenti sbagliati o semplicemente da incuria. Questa soluzione ha di fatto ridotto di molto la sinistrosità a cui erano soggetti i veicoli e ridotto i costi aziendali. Daltro canto però va anche detto che le NLT applicano delle franchige in caso di sinistro ed inoltre sono solite addebitare conti molto ma molto salati alle aziende per il ripristino dei veicoli a fine noleggio, anche per lievi danni e deterioramento degli interni dovuto all’impiego intenso del mezzo.

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