Tra i mille attestati di stima e plauso giunti al nuovo Presidente del Consiglio Mario Monti immediatamente dopo aver formato la sua squadra di Governo e avere raggiunto il più vasto consenso parlamentare della storia della Repubblica Italiana nei due rami del Parlamento (maggioranza “bulgara”, insomma…), almeno un paio non me li sarei aspettati: quelli dell’Unrae e della Federauto.
I rappresentanti dei Costruttori esteri che operano in Italia e dei Concessionari d’auto si sono affannati a stilare ciascuno il proprio comunicato, denso di enfasi (come circostanza impone), di cui cito testualmente alcune frasi: “L’Unrae esprime viva soddisfazione per la formazione del nuovo Governo e fiducia per il positivo effetto che esso potrà avere sull’economia in generale e il mercato dell’auto in particolare. Il mondo italiano dell’Automotive, con il suo importante ruolo nella mobilità, attende con vivo interesse misure che – attraverso il supporto ai veicoli a basse emissioni e seguendo il principio di neutralità tecnologica – siano capaci di rilanciarne il peso che in un Paese moderno compete a questo settore”.
Questo il parere dei Costruttori esteri. Federauto, invece, parla direttamente con la voce del Presidente Filippo Pavan Bernacchi: “Federauto accoglie il nuovo Governo tecnico con grande entusiasmo. (…) Al nuovo Governo vorrei dire che noi della Federauto abbiamo già pronte delle proposte a costo zero per lo Stato che potrebbero ottenere più risultati: aumentare le entrate fiscali, svecchiare il parco auto, aiutare l’ecologia, diminuire i costi degli incidenti stradali, difendere i posti di lavoro e le nostre aziende. Nel contempo chiediamo, poiché si tratterà di rimodulare la pressione fiscale, di togliere l’acceleratore dalle accise sulle benzine e di annullare l’aumento dell’Ipt”.
Al di là degli auguri di circostanza, che è doveroso formulare all’insigne Professore, che si accinge a un compito tra i più difficili mai assegnati a un Presidente del Consiglio, mi sarebbe piaciuto maggiormente un atteggiamento più cauto. Vorrei infatti ricordare che cosa ha rappresentato Mario Monti per la filiera della distribuzione automobilistica, nelle vesti di Commissario Europeo alla Concorrenza. Le regole in vigore attualmente derivano dal suo lavoro: la Block Exemption del 2003 porta infatti la sua firma e aveva lo scopo precipuo di rendere finalmente competitivo il mercato dell’automobile. Ovvero facilitare il consumatore attraverso una maggiore competizione tra i Costruttori e tra le Reti di distribuzione, di ottimizzare i processi della vendita e dell’assistenza, di aprire il mercato a nuovi soggetti (per esempio, i produttori di ricambi alternativi di qualità equivalente, le reti di assistenza esterne a quelle ufficiali, il multimarchismo eccetera). Per farla breve: una serie di provvedimenti e nuove regole che avrebbero portato alla tanto auspicata discesa dei prezzi in favore del consumatore.
Orbene: mi mandi un cenno per iscritto chi, tra voi, è mai riuscito a trovare un prezzo di un’auto più basso rispetto al passato, chi giudica il mercato dell’auto più competitivo e trasparente, e chi, recandosi in assistenza a fare il tagliando, oppure in carrozzeria a riparare la macchina, abbia pensato: “Però, il costo della manodopera è diminuito, il prezzo dei ricambi è sceso!”… e così via discorrendo. E tutto ciò vale sia per le auto aziendali (i canoni sono mai scesi per via della maggiore competizione tra i distributori? A me non pare) sia per quando vi accingete ad acquistare da privati l’auto di vostra moglie, oppure a portarla in officina.
Cos’è successo con il Regolamento Monti? Semplicemente che i Costruttori ne hanno approfittato per fare un po’ di pulizia tra le proprie Reti, in nome della qualità del servizio, si intende! E che i concessionari sono stati costretti ad affrontare investimenti enormi per mantenere il mandato con la Casa, rimanendo così sempre più vincolati a un marchio. Altro che maggiore concorrenza! E, per giunta, con un mercato che, anziché espandersi, si contraeva…
Ottimo accademico, il Professor Monti. Ma proprio perché teorico puro, ha dimostrato che con il mercato dell’auto non ci ha saputo fare. Come del resto i super-consulenti delle società di rating e i super-banchieri dei più prestigiosi istituti di credito mondiali hanno dimostrato di non sapere affatto prevedere dimensioni e durata di questa spaventosa crisi economica che ci attanaglia… e quindi a loro parte delle responsabilità di quanto sta succedendo andrebbe ascritta!
Come è composta, invece, la compagine del nuovo Governo? Da (ex) banchieri, consulenti (Goldman Sachs boys & Co), professori… Saranno in grado di “inventarsi” qualcosa a favore degli automobilisti? Saranno capaci di rimodulare la fiscalità delle flotte aziendali? Si concederanno il lusso di ridurre le accise sui carburanti? Metteranno mano alle tariffe assicurative? Nel programma di Governo (peraltro piuttosto fumoso) non vi è traccia di tutto ciò. In compenso, l’annuncio di nuove tasse (Iva al 23%?) e il ripristino di qualcuna soppressa ci sono. Eccome.