Non è cosa facile trovare le parole giuste per dare il nostro ultimo saluto ad uno dei principali protagonisti del nostro settore scomparso in questi giorni, un punto di riferimento accademico e non solo dell’automotive italiano. Abbiamo deciso allora di accompagnare il suo viaggio con l’intervista rilasciata qualche anno fa al nostro Fleetblog, ancora attualissima e che dice della ricchezza di un uomo ancora vivo nei nostri occhi: GRAZIE prof. Volpato.
Si moltiplicano le iniziative di case automobistiche e società di noleggio a lungo termine verso una mobilità eco-sostenibile. La meta è chiara, ma le strade per raggiungerla sono diverse e spesso si fatica a capire se esiste una via “italiana” verso le alimentazioni alternative. Fleetblog, che è sempre attento a capire e a far capire ai suoi lettori la “posta in gioco”, ha voluto rivolgere alcune domande sul tema al prof. Giuseppe Volpato dell’Università di Venezia, massimo esperto in Italia del mercato automobilistico. Di seguito pubblichiamo le risposte.
Esistono diverse opzioni tecnologiche per una mobilità eco-sostenibile (elettrico, GPL, Idrogeno, Metano) nonché tentativi in atto di case costruttrici e di compagnie petrolifere per rendere motori e carburanti tradizionali sempre meno inquinanti.
A suo parere quale di queste opzioni è preferibile in Italia tenendo conto del nostro sistema Paese e dell’attuale rete di distribuzione di automobili e carburanti?
L’industria automobilistica, nazionale e internazionale, ha sempre considerato la politica industriale governativa come un qualcosa di negativo che impediva alle forze di mercato di operare in modo efficace ed efficiente. Ora in connessione con la crisi internazionale, che coinvolge pesantemente anche l’industria automobilistica, questo atteggiamento sta cambiando. E’ quindi il momento di rivalutare l’iniziativa di un potere pubblico in grado di creare le condizioni per uno sviluppo industriale più equilibrato e sostenibile, in grado di interpretare meglio le molte esigenze dei partner della mobilità: consumatori, case automobilistiche, amministratori locali, ecc. Con riferimento alle opzioni ecologiche sopra indicate (Elettrico, GPL, Idrogeno, Metano) l’interesse del nostro sistema paese è facilmente ordinabile dal momento che i criteri prioritari sui quali basare la scelta degli orientamenti di politica industriale sono soprattutto due:
a) la rapidità tecnico-economica con la quale il sistema paese è in grado di sviluppare forme di alimentazione più vantaggiose non solo sotto profilo economico dei consumatori, ma anche sotto il profilo della riduzione delle emissioni di gas nocivi e di CO2 ai fini del contenimento dell’effetto serra.
b) La possibilità di sfruttare la specializzazione industriale basata su carburanti più ecologici della benzina e del gasolio in un vantaggio competitivo della filiera automobilistica italiana (case automobilistiche e produttori di componentistica) in chiave di affermazione sui mercati internazionali.
Avendo in mente questi due parametri non c’è dubbio la priorità ai fini di una politica industriale italiana vada attribuita secondo la seguente scala:
1) metano e GPL
2) vetture elettriche
3) vetture a idrogeno.
Allo stato attuale il metano ha certamente i maggiori vantaggi in termini di riduzione delle emissioni (nocive e CO2) e di risparmio per i consumatori come evidenziato anche nel recentissimo studio pubblicato da Econometrica sul suo “Libro bianco sul metano per autotrazione 2009”, anche a prescindere dalle forme di incentivazione alla rottamazione. Ovviamente la proposta di legge N.2172, attualmente all’esame in parlamento, avrebbe il pregio di: definire un quadro certo delle condizioni di utilizzo del metano per un arco decennale; generalizzare un incentivo di 3.500 euro per l’acquisto di autovetture dotate di questo tipo di alimentazione; snellire le procedure per la diffusione dei punti di riferimento ora poco presenti in importanti aree del paese.
Anche il GPL rappresenta una interessante opportunità, tuttavia l’esigenza di incentivare questo tipo di alimentazione è meno sentita in quanto le condizioni attuali appaiono già in grado di generare una significativa domanda di questo genere di vetture, grazie soprattutto alla più ampia diffusione dei punti di rifornimento.
Invece per quanto riguarda le vetture elettriche l’orizzonte di una applicazione industriale diffusa appaiono certamente più lontane e per certi aspetti ancora problematiche. Avrebbe certamente senso una politica di sostegno a progetti di R&D da parte di imprese nazionali operanti nelle batterie, ma non ancora quella di un programma di incentivazione industriale. A maggior ragione queste considerazioni possono essere applicate al caso delle vetture a idrogeno.
Alcune aziende italiane (esempio B.R.C., Landi Renzo) sono all’avanguardia nella produzione di motori alimentati a GPL e Metano è giusto tenere conto di questo aspetto industriale per lo sviluppo di una mobilità ecologica in Italia?
Il fatto che la filiera automobilistica italiana (Fiat e produttori di componenti: dai sistemi di alimentazione, alle bombole, ai sistemi di rifornimento) sia leader mondiale sia nel campo del metano (CNG –Compressed Natural Gas) che in quello del GPL rappresenta una grande opportunità, dal momento che nei paesi in via di sviluppo l’uso di CNG e GPL è destinato ad aumentare. Ad esempio già ora il Pakistan, l’Argentina, il Brasile, l’Iran, l’India, la China, hanno un significativo parco circolante di vetture e di veicoli commerciali e industriali alimentati a CNG. L’Italia quindi ha la possibilità di proporsi come partner privilegiato nei confronti di questi paesi e di altri (come ad esempio la Germania e gli Stati Uniti) che stanno scoprendo i vantaggi di questa soluzione.
Questo aspetto diventa tanto più importante se si guarda alle future prospettive del metano. Ad esempio nei prossimi anni sarà disponibile una gamma di modelli sovralimentati a benzina-metano (alcuni sono già disponibili). Ciò consentirà di disporre di potenze dell’ordine di 100 CV/litro, una performance che solo qualche hanno fa era riservata a vetture prettamente sportive. Senza contare che l’ampliamento del mercato di questa soluzione produrrà forti miglioramenti tecnologici, come è successo a partire dagli anni ’70 alla motorizzazione diesel. Inoltre il metano ha applicazioni molto interessanti per autobus e camion. Ad esempio a Madrid circola una flotta di oltre 400 camion Iveco destinati alla raccolta della spazzatura che, a sua volta, viene utilizzata per produrre bio-metano ed alimentare i camion stessi con notevoli risparmi e un rilevante abbattimento delle emissioni di CO2. Sulla base di questo successo altre città spagnole si stanno attrezzando in questo modo. Vi è poi la possibilità di sviluppare mezzi pesanti alimentati a LNG (Liquid Natural Gas) che, refrigerato a -163 gradi, occupa un volume 600 volte inferiore al metano allo stato gassoso e dilata sensibilmente l’autonomia di un veicolo con questa alimentazione. Infine l’alimentazione a metano può essere integrata da una quantità significativa di idrogeno, con effetti ecologici rilevanti e come soluzione intermedia per uno sviluppo delle applicazioni dell’idrogeno. In conclusione la filiera del metano rappresenta una grande opportunità tecnologica ed industriale che l’Italia ha tutto l’interesse a consolidare a livello internazionale.
Tenendo conto di quanto fino ad ora ci ha esposto, quali consigli darebbe ad un Fleet Manager Italiano che vuole introdurre carburanti alternativi nella Car Policy della propria azienda?
Per un uso geograficamente concentrato come nel caso di flotte utilizzate su base provinciale o regionale l’alimentazione a metano offre già ora importanti vantaggi economici (oltre che ecologici) e rende conveniente la realizzazione di una stazione di ricarica privata dei veicoli. L’approvazione della proposta di legge 2172 accentuerebbe ulteriormente l’attuali convenienza. In seconda battuta anche il GPL offre soluzioni convenienti senza penalizzare prestazioni e autonomia. Si consideri che anche questo genere di alimentazione è offerto ora anche con motori sovralimentati che assicurano potenze specifiche superiori a 100 CV/litro in grado di assicurare il “fun to drive” anche per flotte di autovetture aziendali.
l’HO CONOSCIUTO PERSONALMENTE ,VENNE A TROVARMI E PARLAMMO DI VEICOLI INDUSTRIALI, UN SETTORE CHE LO INCURIOSIVA MA CHE NON HA MAI APPROFONDITO, NE AVEVA GIA’ TANTE COSE DA PENSARE CON LE AUTO. PERSONA PACATA ED ESTREMAMENTE UMANA, CERCAVA DI CAPIRE LA PERSONA PRIMA DI CIò CHE QUESTA RAPPRESENTASSE.GRAZIE PER L’AIUTO CHE HA DATO A TUTTO IL SETTORE ATTRAVERSO I SUOI STUDI. MI AUGURO CHE IL TEAM CHE AVEVA CREATO CONTINUI A ILLUMINARE DI IDEE QUESTO FANTASTICO MONDO DELL’AUTOMOTIVE, CHE SPESSO CI RISERVA AMAREZZE, PERCHE TANTO COMPLESSO E LEGATO A FATTORI ECONOMICI,E UMANI.