Auto aziendali: taglio alla deducibilità per finanziare la riforma del lavoro

E bravo il Professore! Nella sua sistematica e scientifica opera di demolizione del mercato dell’automobile il premier Mario Monti ha aggiunto l’ultimo e definitivo tassello: la riduzione dei “vantaggi” fiscali al comparto delle flotte aziendali. Le virgolette a “vantaggi” sono d’obbligo dato che, come tutti sapete, il trattamento fiscale verso l’auto aziendale è in Italia da sempre assai meno favorevole che nel resto d’Europa.

Un’opera di demolizione che parte da lontano, come ho avuto occasione di spiegare su Fleetblog all’epoca dell’insediamento dell’Esecutivo guidato dal Professore (vedi qui): a cominciare dalla fine degli Anni Novanta con la creazione delle nuove regole per la distribuzione automobilistica (che hanno portato pessimi risultati, perché non sono riuscite a interpretare i cambiamenti in atto nel mercato), quando l’insigne cattedratico era alla Commissione europea a Bruxelles. E proseguiti quando, pochi mesi fa, è assurto al ruolo di salvatore della Patria e ha cominciato a colpire in particolare il comparto dell’automobile con ogni genere di nuova gabella.

Cosa si è inventato questa volta il poco fantasioso Presidente del Consiglio? Per finanziare la tanto dibattuta riforma del Lavoro, quella, per intenderci, studiata dal Ministro Elsa Fornero (ogni Disegno di Legge deve indicare a chiare lettere da quali fonte proverrà la copertura finanziaria), verranno ridotti i vantaggi fiscali sulle locazioni di immobili, ci sarà una franchigia sulla deducibilità dei contributi sanitari obbligatori sull’assicurazione Rca, un taglio alle spese degli enti previdenziali e una decurtazione alla capacità di spesa del Ministero dell’Economia. Ma la parte più rilevante del gettito necessario a pagare i nuovi ammortizzatori sociali (tre miliardi di euro dal 2013 al 2015) sarà prelevata mediante il taglio della deducibilità per i veicoli d’impresa, che passerà dal 90 al 70% per le vetture date ai dipendenti in uso promiscuo. Mentre la deducibilità delle spese relative alle auto a disposizione di aziende e professionisti (per esempio ammortamenti, carburante, manutenzioni eccetera) scenderà dall’attuale 40% al 27,5%.

Un miliardo di euro all’anno costerà questo provvedimento al comparto delle flotte che era l’unico a dare segnali non di incremento, ma di sostanziale tenuta delle immatricolazioni nel nero 2011 e nel nerissimo primo trimestre 2012.

Cosa succederà, a partire dall’anno prossimo, ossia quando entrerà in vigore il provvedimento? Sicuramente le aziende valuteranno se sia il caso di proseguire nella politica di assegnazione dell’auto come benefit; ma anche gli acquisti diretti ne risentiranno. Non esiste infatti una formula di acquisizione meno colpita da questo ennesimo balzello: noleggio, acquisto e leasing sono tutti massacrati indistintamente e in egual misura. Tornerà in auge il sistema dei rimborsi chilometrici a pie’ di lista per le auto di proprietà dei dipendenti? E’ presto per dirlo, ma è altamente probabile…

Non dovrebbero invece salire i canoni di noleggio, poiché non c’è un diretto aggravio sui costi di acquisto o gestione. Ma il sistema di tassazione meno favorevole contribuirà a deprimere il settore delle flotte in termini di immatricolazioni. Rimane la speranza che il Parlamento, che nei prossimi due mesi sarà chiamato a votare l’approvazione del Disegno di Legge sulla riforma del lavoro, faccia sentire la propria voce. Dalle prime dichiarazioni, soltanto il Pdl ha dichiarato forti perplessità sulla penalizzazione dell’auto aziendale, mentre dal Terzo Polo si sono levati soltanto commenti favorevoli in senso generale sul provvedimento di rilancio del mercato del lavoro e dal Pd qualche perplessità in più, ma sempre e soltanto sul provvedimento stesso e non sulle modalità di copertura finanziaria. Scontata l’opposizione (nel merito e non nel risultato) di Italia dei Valori, Lega e Sel. Ad ogni buon conto, il premier ha già vagheggiato l’utilizzo della Fiducia per far passare il Disegno di Legge…

  1. Credo che non sia la strada giusta da percorrere, attingere sempre sull’auto e sull’indotto, non bastano le accise sui carburanti per coperture finanziarie di eventi di oltre 70/80 anni fà, gli aumenti senza ragione dei carburanti alla pompa, ora ci mettiamo la penalizzazione della deducibilità, questo poi porta i soggetti (Aziende e privati) a trovare “escamotage” per aggirare l’ostacolo. Già ora sono migliaia le Aziende che pure necessitando del LUNGO TERMINE si rivolgono al mercato del BREVE per poter dedurre il 100% anzichè il 40% o 90% oppure ad immatricolare vetture come autocarri per ottenere maggiori vantaggi fiscali.

    Invece, dovremmo pensare veramente che essendo un dei settori importanti in ITALIA sarebbe meglio aumentare la deducibilità sulle Aziende e professionisti, ma anche sulle vetture date in BENEFIT ad uso promiscuo ai dipendenti; questo aumenterebbe sicuramente le vendite di vetture e quindi anche l’indotto e permetterebbe alle Aziende e lavoratori del settore di ritornare ai propri posti di lavoro e non aver necessità degli ammortizzatori sociali.

  2. Giuliano Cosimetti Aprile 11, 2012, 11:37 am

    Sono sempre più convinto che prima o poi qualche banca si stuferà dell’Italia e chiuderà la propria società di noleggio.

    La cosa che mi fa più rabbia è che uno dei veri tesoretti è racchiuso nei costi della politica…e con che risultati poi!

    Mi domando se dal prossimo anno converrà ancora noleggiare un’auto o forse le aziende clienti torneranno ad acquistare nuovamente il parco veicoli?

    Rimango perplesso soprattutto sui canoni. Perchè scrivete che non dovrebbero aumentare?

    Penso invece che ci saranno nuovi rincari. Se dovesse diminuire il parco auto noleggiato, le aziende dovranno fare i conti (e si spera che lo facciano sul serio) con i costi di gestione (amministrative e di manutenzione).

    Aumenta l’RCA, aumentano i listini ricambi, quelli degli pneumatici, aumentano i materiali di consumo, aumenteranno anche le tariffe di manodopera di meccanici e carrozzieri.

    L’IPT è stata già aumentata e il bollo pure. Le carte carburanti sono diventate un’arma a doppio taglio.

    Adesso toccheremo con mano il vero valore dei Manager delle aziende di noleggio. Chi si salverà da questa catastrofe?

  3. Salvatore Saladino Aprile 12, 2012, 9:28 am

    Allucinante è dir poco! Il danno che questo disegno potrebbe portare nel nostro comparto è enorme e difficilmente potrei immaginare scenario peggiore. Non solo l’automotive europeo sta soffrendo come mai nella sua storia, con chiusure e licenziamenti ormai all’ordine del giorno, ma il caro Monti il quale (quando gli fa comodo) usa l’Europa come esempio virtuoso al quale allinearsi a ogni costo, adesso ha la brillante idea di allontanarsi ancora di più da un regime fiscale già pessimo rispetto agli altri paesi della comunità. E allora professore, qui l’Europa dove la mette? FERMATELO!!!

  4. Marco Di Pietro
    Marco Di Pietro Aprile 26, 2012, 5:11 pm

    @ Giuliano Cosimetti. Ho scritto che, secondo me, i canoni di noleggio non aumenteranno perché l’incremento della tassazione non incide direttamente sul costo proposto dal fornitore, ma grava sull’azienda utilizzatrice. Come giustamente dici tu, però, gli aumenti saranno probabili, ma per altre cause: ipt, bollo, assicurazioni eccetera. Anche una dimunizione del parco circolante a noleggio non produrrà effetti drammatici sui noleggiatori, perché buona parte delle loro attività è terziarizzata o appaltata a fornitori esterni, e dunque abbastanza flessibile.
    In merito al passaggio dalla formula di acquisizione del noleggio all’acquisto diretto, è presto per dire se questa tendenza possa consolidarsi. Anche perché la stangata della riduzione della deducibilità colpisce tutte le formule di acquisizione in modo uguale. Più facile, piuttosto, che le aziende inizino a fare qualche riflessione se convenga di più dismettere parte della flotta e rimborsare il costo chilometrico ai dipendenti che utilizzano l’auto propria per lavoro. Certo, questo non sarà possibile per i veicoli dati in benefit, perché trattasi di parte della compensation.
    Di oggi, infine, la notizia che Filippo Pavan Bernacchi, il Presidente della Federauto (l’associazione che raccoglie i concessionari italiani ufficiali) è stato ascoltato in Commissione Trasporti alla Camera. Il rappresentante dei dealer ha prospettato la drammaticità della situazione del mercato dell’auto e ha formulato diverse proposte per rilanciare il comparto. Tra cui incentivi triennali all’acquisto per le auto a basse emissioni di CO2 e, soprattutto, la cancellazione immediata della proposta di diminuzione della detraibilità sull’auto aziendale. Speriamo che questo intervento sortisca qualche effetto positivo…

  5. Unica soluzione e’ uscire dall’ Europa e riavere la moneta sovrana, soltanto così si può uscire dal baratro dove ci portano i baroni che sono ora al governo. I quali sono soci/proprietari delle banche italiane.
    Uscire dal’ Europa significa avere un incremento del pil per l’ Italia aumentato del 7% fine della disoccupazione abbassamento delle tasse, ma le banche europee perderebbero i soldi prestati al’ Italia che sono per la maggior parte soldi tedeschi.

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