Opel e Peugeot: matrimonio in arrivo tra le grandi malate dell’auto in Europa?

Tutta l’Europa dell’auto naviga nelle difficoltà. Ma le situazioni peggiori sono quelle del Gruppo Psa (che controlla Peugeot e Citroën) e le attività della General Motors nel Vecchio Continente: Opel (Vauxhall in Gran Bretagna) in particolare. Anche Chevrolet, che appartiene allo stesso Gruppo, non raggiunge risultati soddisfacenti in Europa. Il marchio “globale” di GM, infatti, nel 2012 ha raggiunto le 200.000 unità vendute nei mercati al di qua dell’Atlantico (-30% rispetto al 2011). Comunque un risultato discreto, considerando la situazione congiunturale, ma distante anni luce se messo a confronto con quello della filiale europea della rivale americana per eccellenza: la Ford (un milione di auto vendute in Europa nel 2012). Che però, va precisato, ha una tradizione ben più storica in Europa rispetto a Chevrolet. Che è sì un marchio mondiale, ma nel Vecchio Continente ha una storia assai breve. Occorre aggiungere che Chevrolet negli ultimi dieci anni ha raddoppiato le vendite su scala mondiale: l’unica area in cui soffre è proprio l’Europa.

General Motors e Peugeot hanno già siglato un accordo di partnership lo scorso febbraio, che riguarda l’acquisto in comune di componentistica, l’utilizzo di cinque piattaforme uniche per i prossimi prodotti e sinergie nella logistica. I rumors di queste settimane, che arrivano sia dalla Francia (fonte: il quotidiano “La Tribune” sia dal più prestigioso organo di informazione internazionale del settore, “Automotive News”, asseriscono che l’accordo di febbraio non sia altro che il preludio di un matrimonio ben più solido, che riguarderebbe Peugeot-Citroën e Opel. La domanda più ovvia è: ma sarebbe Psa a comprare la grande malata del Gruppo GM, oppure GM a inglobare il Gruppo Peugeot-Citroën? Oppure ancora: si tratterebbe invece di una joint-venture paritetica? Al momento attuale non è dato a sapersi. Certo è che questi rumors non sono stati smentiti. O, perlomeno, sono stati considerati con minore attenzione da parte dei vertici dei due gruppi. Non così era avvenuto, recentemente, quando Il Sole 24 Ore aveva rilanciato l’ipotesi di un’offerta da parte della Fiat di Marchionne per rilevare la Opel.

Insomma: se son rose, fioriranno. Rimane il fatto che le maggiori perplessità al matrimonio del secolo arriverebbero dalla Francia, in particolare dagli azionisti di controllo di Psa, ossia la famiglia Peugeot. La quale, molto probabilmente, vedrebbe con maggiori favori un accordo con BMW, Gruppo in grande salute detenuto anch’esso da una proprietà familiare (i Quandt) e quindi con criteri di gestione e controllo più simili a quelli di Psa.

Perplessità anche da parte degli analisti finanziari: il matrimonio tra due malati gravi non è di per sé il viatico per una guarigione miracolosa… In ogni caso, qualunque cosa succeda (probabilmente non prima del 2014), è in atto un riposizionamento di Opel sul mercato che va studiato con estrema attenzione, perché riguarda anche e soprattutto il mercato delle flotte aziendali. L’azienda di Rüsselsheim, infatti, è stato vista fino a oggi dalla clientela business come uno dei marchi generalisti per eccellenza, così come Fiat, Ford e Renault. Ma se andiamo a studiare le ultime novità del brand, come per esempio la piccola Adam e la crossover Mokka, possiamo osservare una notevole trasformazione di posizionamento e di immagine.

La Adam non appare come una citycar pura e semplice: è una piccola premium, così come lo sono la Fiat 500, la Mini e la Citroën DS3. Pur essendo abbastanza competitiva nel prezzo, si posiziona più in alto rispetto alle classiche auto da città di fascia economica, e garantisce un livello di personalizzazione molto simile alle vetture concorrenti premium poc’anzi citate. In più, si rivolge a un pubblico nettamente più giovane rispetto a quello abituato fino a oggi a entrare nelle concessionarie Opel. E, si sa, i giovani fanno tendenza e creano le mode. La Mokka, invece, è una piccola crossover che intende “fare la guerra” (commerciale) a Nissan Juke & Co. Ovvero alle crossover di dimensioni più contenute, ma estremamente trendy. In questo, si differenzia sostanzialmente dalla “cugina” Chevrolet Trax, che interpreta lo stesso tema ma in chiave più sportiva e utilitaria (come nella tradizione del marchio Chevrolet). La Cascada, infine, è quanto di più distante si possa immaginare dalla vecchia Opel Astra Cabrio. Mi si consenta un paragone irriverente, ma io la vedo nettamente più assimilabile alla Mercedes E cabrio…

Sarà dunque importante mettere sotto la lente d’ingrandimento le prossime mosse della Opel, in termini di nuovi prodotti. Per esempio, subito dopo l’estate vedremo la Insignia restyling: quanto sarà maggiormente “premium” la grande Opel rispetto alla versione attuale (che pure ha conosciuto un ottimo successo)? E l’Astra di nuova generazione (non certo prevista a breve scadenza), si avvicinerà maggiormente al punto di riferimento del mercato delle compatte, ovvero la Golf? Oppure andrà a misurarsi addirittura con l’Audi A3? Teniamo gli occhi aperti…

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