Mai così in basso gli acquisti automobilistici delle famiglie italiane: soltanto il 58% delle immatricolazioni di marzo, ultimo mese disponibile nelle statistiche del mercato italiano, sono state appannaggio dei privati. Di conseguenza, le nuove targhe “business” sono arrivate al 42%. Un risultato mai raggiunto in precedenza che ci pone (in teoria) quasi sullo stesso livello delle altre nazioni automobilisticamente più evolute. In alto i calici per brindare, quindi? Purtroppo la situazione non è così rosea come potrebbe sembrare, ma è sicuramente un segnale positivo per il comparto delle auto aziendali.
La crescita di quota, in un mercato che, seppure modestamente, cresce, significa un incremento vero. E questo è il dato positivo. Un trend particolarmente buono per il noleggio, che cresce nel settore del rent-a-car (perché le flotte del “breve” erano scese ai minimi termini nel 2013) e più ancora nel “lungo” (come giustamente ha osservato Salvatore Saladino nella sua analisi del 16 aprile scorso). Se poi andiamo ad analizzare quali auto si immatricolano in Italia nei primi tre mesi del 2014, iniziano a emergere i primi dati negativi. Nel nostro Paese il 62% delle nuove targhe appartengono ai segmenti più bassi (citycar e utilitarie), mentre le compatte rappresentano meno del 25% e le medie superano di poco l’11%. Il confronto con il 2013 è impietoso: citycar e utilitarie sono in crescita, compatte e medie in flessione.
Un mercato “povero”, dunque: lo si nota scorrendo la classifica Top 50 (i 50 modelli più venduti in Italia) del primo trimestre 2014: per trovare una “media” in graduatoria (la BMW Serie 3), bisogna scendere fino alla trentesima posizione! E per trovarne un’altra (l’Audi A4), bisogna scorrere la graduatoria fino alla quarantaseiesima piazza! Una nazione affezionata solamente a Panda e 500? Non è del tutto vero: gli italiani (non soltanto i privati, ma anche gli user chooser aziendali) si stanno convertendo ad auto, pur sempre compatte, ma dagli alti contenuti di stile e utilizzo: suv e crossover. Nella Top 50, ben 14 modelli appartengono a queste tipologie di carrozzeria. Con Nissan Qashqai, Peugeot 2008 e Renault Captur saldamente inserite nella parte alta della classifica (nelle prime 20 posizioni).
Il downsizing, fenomeno innescato (anche) dalla crisi nel 2008, è particolarmente efficace in Italia. Prova ne è il fatto che il livello medio delle emissioni delle auto nuove ha raggiunto i 117,4 grammi/chilometro di CO2. Erano 122,2 soltanto un anno fa. In nessun altro Paese d’Europa sono così virtuosi… Anche se il parco circolante italiano rimane tra i più arretrati del continente: le auto Euro 0, Euro 1 ed Euro 2 sono ancora più di 10 milioni. Se si aggiungono le Euro 3, comunque obsolete a livello di rispetto ambientale, raggiungiamo quasi la metà del circolante nazionale. Forse sarebbe il caso di tornare a pensare a un sistema di incentivi. Serio, rigoroso. E vantaggioso anche per le imprese.