Revisione della fiscalità auto: qualcosa si muove (ora bene, ora male…)

CAMERA TARGHE COMMISIONIUn passo avanti e uno indietro: per gli automobilisti italiani, vessati da un livello di tassazione che non ha eguali al mondo, pare che le sofferenze non abbiano mai fine. Fino a settimana scorsa si era aperto uno spiraglio di luce, grazie al Disegno di Legge n. 2397 (“Riforma della disciplina delle tasse automobilistiche e altre disposizioni concernenti l’imposizione tributaria sui veicoli”), promosso dal Presidente della Commissione Finanze della Camera, l’Onorevole Daniele Capezzone (esponente di Forza Italia). L’iter, dopo la registrazione della proposta il 20 maggio scorso, era partito col piede giusto: durante la seduta del 12 giugno, il relatore del Disegno di Legge, l’Onorevole Silvia Fregolent (deputato del Partito Democratico) aveva effettuato una disamina della proposta molto positiva e articolata. Il che faceva sperare in un coinvolgimento “bipartisan” del Centro-destra e del Centro-sinistra su questo tema. Del resto, questo era l’obiettivo dichiarato di Capezzone: realizzare uno schieramento trasversale nei due rami del Parlamento in favore dell’automobile, comparto che genera, tra produzione e distribuzione, il 12% del Pil nazionale.

Venerdì 13 giugno, invece, voci di corridoio che precedevano la riunione del Consiglio dei Ministri annunciavano che durante il consesso convocato per approvare il Decreto Legge sulla Pubblica Amministrazione, sarebbero state varate anche alcune misure sull’automotive: abolizione del superbollo, aumento del bollo del 12% a partire da gennaio prossimo, rimodulazione dell’Ipt (l’Imposta provinciale di trascrizione) mediante la trasformazione in Iri (Imposta  regionale di iscrizione), con aumenti a discrezione delle istituzioni regionali fino a 30%. Insomma: un “contentino” sul superbollo (sai che sforzo? Il gettito reale è una miseria) e una vera “stangata” su tutto il resto. Fortunatamente, almeno per il momento, il Governo non ha accennato minimamente a questi provvedimenti durante il Consiglio dei Ministri, rimandando il tutto più avanti, ma senza confermare né smentire la vicenda. Alcuni addetti ai lavori sostengono che la pausa di riflessione sia stata voluta dal Primo Ministro Renzi, che ha giudicato la materia troppo complessa per un’analisi frettolosa e meritevole di un dibattito ad hoc. Altri invece sostengono che la discussione avrebbe riguardato anche l’eliminazione del doppione Pra-Motorizzazione (una semplificazione logica e in sintonia con il provvedimento sulla Pubblica Amminsitrazione in esame quel giorno), ma che il “partito del Pra” ha provveduto immediatamente a stoppare sul nascere.

Torniamo però al Disegno di Legge n. 2397, perché costituirebbe (se approvato) una vera e propria boccata d’ossigeno sia per chi produce, sia per chi distribuisce e sia per chi compra (o noleggia) le automobili. Insomma: una base di partenza per il rilancio del comparto automotive e la probabile fine di decenni di vessazioni. Prevede l’esonero del pagamento del bollo per tre anni per i veicoli di nuova immatricolazione (per cinque anni per le auto a gpl, metano e ibride); l’esenzione totale dal bollo per le auto elettriche; la rimodulazione del bollo sulla base non più della potenza del motore (espressa in kW), ma sulla base delle emissioni di CO2 (con una consistente riduzione degli importi, soprattutto per i veicoli più ecologici); l’abolizione dell’Ipt per l’immatricolazione di veicoli nuovi. E infine l’aumento della deducibilità per i veicoli aziendali non strumentali dal 20 al 40% (ritornando quindi alla situazione del 2012). Se volete leggere il testo integrale del Disegno di Legge, cliccate qui.

 

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