Case Study by GR advisory – Auto elettriche aziendali: un vantaggio strategico per chi saprà valorizzare l’opportunità

Case Study by GR advisory – Auto elettriche aziendali: un vantaggio strategico per chi saprà valorizzare l’opportunità

Questo mese presentiamo un’analisi della situazione delle auto elettriche nelle aziende e un approfondimento per comprendere quale sia il destino, nel medio/lungo periodo, di questa tecnologia in ambito aziendale.

 

SITUAZIONE INIZIALE

GR advisory, società leader nella consulenza sulle flotte aziendali, ha confrontato un panel rilevante di aziende clienti sul tema dell’utilizzo delle auto elettriche. E’ emerso un dato certamente non nuovo ma che ribadisce quanto l’adozione di veicoli elettrici all’interno delle flotte aziendali non sia diffuso.
Nel 2014 il dato europeo delle immatricolazioni di auto private e veicoli commerciali elettrici venduti è stato di 65mila unità, 20mila in più rispetto al 2013. In crescita i dati di quasi tutte le motorizzazioni, con incrementi per le vetture ibride di +41% ed elettriche +26%. In aumento anche chi acquista GPL e metano, rispettivamente al 9,1% e al 5,3%.

Il dato italiano relativo alle sole autovetture elettriche è di 650 vetture vendute, ancora troppo basso, siamo solo all’ottavo posto, rispetto ad altri paesi europei.
Nel settore del NLT, i contratti di noleggio hanno superato il valore di 4 miliardi di euro e una crescita vicina al 2%, ma le autovetture scelte rientrano ancora tra quelle con alimentazione termica.
Il punto è che quel timido slancio iniziale, dovuto quasi esclusivamente a ragioni di immagine e marketing, si è perso tra vincoli a problematiche quali:

  • Costi
  • Stazione di ricarica
  • Autonomia
  • Valori residui incerti

PROBLEMI DA AFFRONTARE

Nel 2011 il rapporto “Smart Grids Technology Roadmap” (fonte International Energy Agency 2011, ndr), dedicava un’ampia indagine al settore dell’elettrico e all’importanza delle autovetture elettriche come il tassello essenziale per l’abbattimento delle emissioni nocive.

Lo studio ipotizzava un rapido incremento delle vendite già dal 2015, con una produzione annua di 7 milioni entro il 2020, fino a raggiungere i 100 milioni di veicoli elettrici nel 2050, riducendo così del 30% le emissioni di CO2.
L’analisi di GR advisory parte dalla valutazione degli aspetti economici, contrattuali e gestionali di flotte di aziendali che hanno una politica chiara in merito all’utilizzo delle auto elettriche.

Sono emerse difficoltà, oltre a quelle precedentemente evidenziate, legate sostanzialmente a:

  • Calo di interesse da parte delle aziende
  • Indolenza di Governi nazionali verso politiche propulsive
  • Poca o scarsa sensibilità sul green aziendale

In questa fase anche i dati di due nazioni storicamente sensibili all’ambiente, Norvegia e Francia, cominciano ad essere più simili a quelli degli altri paesi dell’euro zona. Il governo di Oslo inizia a diluire gli incentivi, in alcuni casi pensa di tagliarli. Alla fine il costo di 500 milioni di euro all’anno si è dimostrato troppo anche per il governo norvegese. In Francia è l’accordo tra Renault e Governo a permettere ai transalpini il numero di 15.000 vetture vendute nel 2014.

L’analisi evidenzia come l’evoluzione dell’auto elettrica nel settore delle aziende, sia influenzata da una serie di tendenze: costi del carburante, riduzione dell’impatto ambientale, immagine di modernità. Soprattutto la prospettiva di tagliare fino al 75% i costi legati al carburante, crea grande interesse. Due le soluzioni eco-compatibili considerate: per le tratte brevi, nell’ordine dei 150 km al giorno, privilegiare i veicoli a corrente continua; per le medie-lunghe percorrenze, scegliere gli ibridi plug-in, capaci di prestazioni equiparabili a quelle dei motori termici con un risparmio di carburante notevole e senza le restrizioni di percorrenza di una vettura elettrica. Di fatto, in questa seconda scelta ricadono la maggior parte delle vetture aziendali. Quindi l’elettrico puro resta una possibilità molto teorica e poco sfruttata.

Altro nodo cruciale la durata e lo smaltimento delle batterie. Le tecnologie per i veicoli elettrici a batteria (BEV) e i veicoli a celle combustibile elettrici (FCEV), rappresentano ancora un nodo strategico da sviluppare. Se la scelta dell’elettrico è legata al green, bisogna considerare che il piombo e l’acido contenuto nelle batterie, da sostituire in 18-24 mesi al massimo, rappresentano comunque un fenomeno inquinante.

 SOLUZIONI POSSIBILI

In Italia la politica del Governo si è limitata ad una serie di incentivi sui temi della mobilità a basso impatto ambientale. Non ci sono soldi per gli investimenti, mancano iniziative economiche focalizzate sul tema delle auto elettriche e non c’è alcuna attività volta a favorire né le piccole né le grandi aziende. Il punto cruciale è che per incentivare la commercializzazione dei veicoli elettrici, quelli aziendali ma anche quelli privati, è necessaria un’adeguata infrastruttura energetica per ricaricare e rifornire i veicoli.

Il dato aziendale registrato fa emergere come solo nel 20% dei casi le percorrenze medie si assestino al di sotto dei 40km/giorno. Mentre il dato totale sugli italiani è che il 61% percorre mediamente meno di 40km/giorno. E’ chiaro che oggi l’autonomia di un’auto elettrica copre una percorrenza chilometrica troppo bassa per pensare ad un utilizzo aziendale. Le attuali soluzioni consento in media tragitti di 120 chilometri prima di avere la necessità di ricaricare la batteria dell’auto. In Italia, se pur con numeri in crescita, sono presenti circa 700 colonnine di ricarica, troppo poche se l’obiettivo è il lancio definitivo dell’elettrico. Bisognerebbe potenziarne l’autonomia e creare una rete di distributori con un punto di ricarica ogni 30km e tempi di ricarica inferiori ai 20 minuti. Dall’analisi che GR advisory ha svolto raffrontando le best practice di flotte aziendali importanti, mappate all’interno del tool Flotta Semplice®, emergono linee di azione utili per tutte le aziende che vedono nella politica green una opportunità.

  • Le realtà aziendali che conosciamo hanno tutte adottato un piano green rolling orientato almeno ad un quinquennio. Lo scenario della mobilità sostenibile richiede monitoraggi costanti, la tecnologia è in continua evoluzione e il contesto cambia in fretta. Diventa così fondamentale stabilire delle milestone chiare nei primi due anni e, nel secondo triennio, aggiornare spesso gli scenari della policy.
  • Best practices: annotare e verificare le tratte più percorse e su quali di queste è possibile adottare auto elettriche permette di realizzare una strategia mirata all’suo dell’auto. Troppo spesso registriamo situazioni aziendali in cui non si è mai implementato un repository sul tema delle auto. Situazioni che, una volta “annotate”, possono essere gestite intervenendo con decisioni che privilegino l’abbandono di auto a combustibile tradizionale per altre elettriche. Fondamentale è l’esperienza reale. L’indicazione di GR advisory è quella di verificare effettivamente i valori di TCO, il risparmio ed eventuali problematiche tecniche che, utilizzando almeno un’auto elettrica, rende possibile l’ottimizzazione dei percorsi. Gli indubbi costi di queste nuove autovetture possono essere affrontati rivolgendosi al leasing o al noleggio lungo termine, in modo da provare con mano i vantaggi delle auto elettriche e risparmiare sensibilmente sui costi fissi di carburante e di assistenza.
  • Ottimizzazione dei percorsi con l’introduzione di sistemi telematici.
  • Dall’esperienza e quindi dalla soddisfazione dei punti precedenti, l’azienda è chiamata a costruire un proprio database sull’uso pratico e sul confronto con altre realtà.

Tutte queste attività necessitano di una forte spinta interna, una volontà che trasformi l’idea e i buoni proposito in attività. Annotiamo che in quelle società in cui è presente una sponsor ship elevata, il cambio strategico è stato decisamente più veloce, strutturato, riconoscibile e condiviso.

CONCLUSIONI

Di auto elettriche e soluzioni a basso impatto ambientale se ne parla da diversi anni, e continuamente il quadro generale vieni stravolto da nuove fasi dialettiche, studi e teorie. L’analisi ci dice che l’azienda che prima investirà in competenze, strategie e investimenti sulla tecnologia dell’elettrico, che saprà sfidarsi nel lungo periodo, avrà un incredibile vantaggio sugli altri player.

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