Sono ormai due anni e mezzo che il mercato dell’auto in Italia fa registrare mese dopo mese il segno positivo. Per la prima volta dopo qualche anno, al termine del primo semestre 2016 le immatricolazioni hanno superato la barriera del milione di nuove targhe. In gran spolvero quasi tutti i marchi, a cominciare da Renault che a giugno ha addirittura conquistato il titolo di import leader (con un +57% sullo stesso mese del 2015), Fiat (+22% nel semestre), Ford (+19%), Lancia (+21% pur con un solo modello in listino), Jeep (+37%) e tutti e tre i premium brand tedeschi (Audi +18,6%, BMW +22,6% e Mercedes +21,3%).
Cosa significa per gli acquirenti (e per le flotte in particolare) un mercato che alla fine dell’anno raggiungerà non meno di 1,8 milioni di nuove targhe? Significa notizie positive per tutti. L’Automotive è un comparto importantissimo per l’economia nazionale: innanzitutto per le casse dello Stato, che in sei mesi ha incassato 3,7 miliardi di euro di Iva. Per l’industria manifatturiera, perché tra i modelli che “tirano” maggiormente ci sono molti prodotti fabbricati in Italia (Fiat 500X, Panda e Jeep Renegade). Per il mondo della distribuzione, perché dopo anni di “vacche magre” i concessionari possono tornare a investire nel migliorare la qualità dei servizi di vendita e di post-vendita. Infine per gli acquirenti, che mai come in questo momento possono beneficiare di sconti mirabolanti, tassi di interesse modesti e pacchetti di servizi a tariffe molto vantaggiose.
Il settore business, grazia anche al super-ammortamento, sta riprendendo quota, confermandosi un comparto meno “umorale” rispetto a quello della clientela retail, ma più incline a investimenti mirati e programmati. Se lo scorso anno e all’inizio del 2016 il boom delle vendite era in gran parte ascrivibile ai clienti privati, tornati a frequentare le concessionarie dopo anni di fuga dai saloni, col passare dei mesi l’onda lunga delle flotte si sta facendo sempre più corposa: a giugno, per esempio, la quota dei privati è scesa al 60% (con un incremento delle vendite rispetto a giugno 2015 del 4,8%, contro un aumento del mercato totale dell’11,8%). Il restante 40% è dunque di pertinenza del mercato business, con gli acquisti diretti delle imprese che a giugno sono cresciuti di un incredibile 41,3%.
E il noleggio a lungo termine? Cresce anch’esso a ritmi serrati. Forse in maniera meno vigorosa, ma comunque significativa: +13,9% nel semestre. Il che fa supporre che al termine di quest’anno il circolante del NLT supererà quota 600.000 unità. La competitività della formula del long rent è ormai riconosciuta da tutti, anche dalle micro-imprese e dai liberi professionisti. E persino i privati si stanno convertendo all’auto in affitto di lungo periodo: sono stati 10.000 nel 2015, quest’anno potrebbero essere 30.000 i nuovi clienti NLT senza partita Iva.
Perché l’auto aziendale è tornata a crescere? Perché le imprese italiane sentono la necessità di rinnovare la flotta di pari passo al miglioramento dell’offerta da parte dei costruttori e dei distributori. I modelli di nuova generazione sono più sicuri, perché si stanno diffondendo nuovi e avanzati sistemi di controllo (dal cruise control autoadattativo, al mantenimento della carreggiata, dai fari automatici ai rilevatori di stanchezza) che contribuiscono a rendere infinitamente migliore la qualità della vita di chi passa tante ore al volante. I nuovi modelli sono anche nettamente più economici da gestire: consumano meno carburante e richiedono una manutenzione più rarefatta. I nuovi modelli mantengono maggiormente il valore residuo, e quindi costano meno come canone di noleggio.
Insomma, sebbene l’auto a impatto zero sia ancora lontana (ma la dichiarazione di Volkswagen nei giorni scorsi, che si avvia a lanciare 30 modelli elettrici entro 10 anni, per una produzione annua compresa tra i 2 e i 3 milioni di pezzi, è di grande rilevanza), si ha l’impressione che l’era della mobilità 2.0 sia davvero alle porte. Un’era che forse non vedrà prevalere, almeno all’inizio, l’automobile a guida autonoma, ma il trionfo di un “sistema” condiviso da tutti gli attori protagonisti del mercato sicuramente sì.
Come ha auspicato il Presidente di Unrae Massimo Nordio durante l’incontro con la Stampa del 5 luglio scorso: i produttori di autoveicoli, i decisori centrali, le amministrazioni locali, le compagnie assicurative, le aziende di trasporto pubblico, i produttori e distributori di carburanti, i soggetti che gestiscono flotte di veicoli, gli utilizzatori dei veicoli e gli utenti dei sistemi di trasporto saranno tutti uniti verso un obiettivo comune. Che sarà la realizzazione di una mobilità sostenibile, sicura, integrata tra i vari mezzi di trasporto disponibili e che garantirà sempre una vera libertà di movimento.