
Alla luce di questi risultati, la crisi del settore automotive è dunque alle spalle? Come si sta evolvendo il mercato e cosa ci riserva il futuro? Quali sono le incognite e le opportunità?
Per rispondere a queste domande, il Corporate Vehicle Observatory di Arval Italia ha realizzato il libro “Rapporto CVO: dati e analisi del settore automobilistico”, una fotografia sul comparto che ha preso in esame i dati a livello mondiale ed europeo con un focus sull’Italia. Un’analisi approfondita relativa alla produzione di veicoli, al parco circolante, al mercato dell’usato, alle emissioni, ai consumi di carburante e ai loro costi. Il rapporto analizza anche il mercato dell’auto aziendale in Italia, illustrandone il quadro fiscale e le differenze con l’Europa, approfondendo le diverse forme del noleggio, e fornisce uno sguardo rivolto al futuro. Il tutto si inserisce in un quadro completo sulla situazione economica nel mondo, in Europa e in Italia, nella quale si sviluppa il business legato al mondo dell’auto.
Uno sguardo sul settore: crescono le vendite di autoveicoli in Italia, ma restano lontane dalle performance di Germania e Regno Unito
A livello mondiale, nel 2015 sono stati venduti quasi 90 milioni di autoveicoli. L’Europa, con oltre 19 milioni, è il terzo mercato dopo l’Asia/ Oceania/ Medio Oriente (quasi 43,9 milioni) e l’America (oltre 25,2 milioni). Nel 2015, rispetto al 2014, l’Europa è cresciuta del +2,4% – toccando la quota del 21,2% sul totale mondiale -, ma tra i Paesi europei è l’Italia, con oltre 1,7 milioni di unità, quello che ha ottenuto la crescita più significativa (+15,6%). Un dato positivo ma ben lontano dal numero di vendite registrate in Germania (oltre 3,5 mln) e nel Regno Unito (quasi 3,1 mln). Il nostro Paese si distingue comunque per l’indice di motorizzazione tra i più alti al mondo, con 687 veicoli ogni 1.000 abitanti. Un dato inferiore solo agli USA (808).
La spesa degli italiani
Le immatricolazioni, e di conseguenza il valore dell’immatricolato, dopo anni di calo sono tornate a crescere.
Gli automobilisti italiani hanno speso nel 2015 ben 30,4 mld di euro per l’acquisto di auto nuove, +20% rispetto al 2014, con un costo medio a vettura di 19.096 euro.
Per quanto riguarda, invece, i costi di esercizio, nel 2015 cala ulteriormente la spesa totale, con un valore pari a 148,1 mld di euro (-11% vs 2012): la voce predominante riguarda l’acquisto dell’auto e gli interessi per il finanziamento (50 mld di euro), a cui segue il costo del carburante con 35,4 mld di euro, un dato in calo del -26% rispetto al 2012 grazie alla diminuzione del prezzo del greggio. Diminuiscono anche i costi dell’assicurazione.
Il noleggio piace, trainato dal lungo e breve termine
Anche le immatricolazioni di auto nuove ad uso noleggio (nel 2015 quasi 314 mila, +19% vs 2014) segue il trend di crescita evidenziato a livello generale, rappresentando circa il 20% del totale delle immatricolazioni registrate a livello nazionale. Un risultato trainato soprattutto dall’incremento dai settori del noleggio a lungo e breve termine.
Auto aziendale: trattamento fiscale e confronto europeo, l’Italia poco competitiva
In Italia il peso delle immatricolazioni intestate a società è stato nel 2015 pari al 36% del totale. Un dato nettamente inferiore alla Germania (66%), Uk (54%), Francia (49%) e Spagna (44%).
Tra i principali motivi si segnala il diverso trattamento fiscale: in Italia la detraibilità dell’IVA è pari al 40% contro il 100% dei paesi europei. La deducibilità è pari al 20%, contro il 100% degli altri paesi europei. Ciò comporta una riduzione di competitività delle nostre aziende rispetto a quelle europee che godono di un regime fiscale più favorevole.
Il futuro dell’automotive: Connessa, Autonoma, Condivisa, Elettrica (C.A.C.E)
Dopo un secolo in cui l’automobile si è diffusa tra le popolazioni sono emersi bisogni nuovi nell’utilizzo del veicolo, resi possibili subito o nel medio periodo dalle nuove tecnologie digitali e di comunicazione. L’auto del futuro dovrà pertanto essere Connessa, Autonoma, Condivisa, Elettrica (C.A.C.E). Sono queste le sfide a cui l’industria dovrà rispondere, per permettere alle persone di essere sempre connesse con gli altri mentre si spostano, di consultare altri dispositivi o semplicemente dedicarsi ad altre attività mentre l’auto si guida da sola, di utilizzare altre forme di mobilità condivise evitando sprechi, e di guidare auto ad energie alternative.