Arval: presentati i dati 2008 del Barometro sulle flotte aziendali

Nella splendida cornice dell’Hotel Principe di Savoia a Milano si è tenuta l’annuale conferenza stampa, patrocinata dal Corporate Vehicle Observatory di Arval con la collaborazione dell’Istituto di Ricerca Internazionale TNS Infratest, per la presentazione dei dati del “Barometro dei Veicoli Aziendali 2008”.
Vincent Rupied (direttore internazionale del Corporate Vehicle Observatory), Carlo Basadonna, direttore del Corporate Vehicle Observatory Italia e Andrea Galimberti (Business Development Manager Automotive Sector dell’Istituto di Ricerca Internazionale TNS Infratest), relatori di questa importante manifestazione, hanno esposto e commentato davanti al pubblico presente i dati relativi all’indagine 2008, effettuata su un campione di oltre 4000 aziende europee e 400 aziende italiane nel primo trimestre dell’anno.

DI CHE SI TRATTA – E’ bene ricordare che il Corporate Vehicle Observatory, creato nel 2003 da Arval e lanciato in Italia nel 2005, è una piattaforma di esperti rivolti a chi si occupa delle flotte aziendali (gestori della flotta, ufficio acquisti, produttori, aziende di leasing, consulenti, ecc.) focalizzata alla mobilità professionale. Il Barometro dei Veicoli Aziendali è lo strumento del CVO che, attraverso l’analisi dell’atteggiamento dei decision-maker in relazione alle flotte, offre una panoramica sulle principali tendenze del mercato automotive in Europa.

LA RICERCA – Quest’anno, in particolare, la ricerca si è caratterizzata per lo sviluppo e l’approfondimento di due importanti tematiche: il tema dell’ambiente ed i criteri di scelta dell’auto aziendale. Nonostante il già noto calo delle immatricolazioni, nei primi mesi del 2008, gli studi mostrano che il mercato dell’auto aziendale ha registrato una crescita in controtendenza e che le aziende intervistate prevedono di incrementare le proprie flotte nei prossimi due anni. Sebbene in Italia il noleggio a lungo termine sia la pratica di finanziamento più diffusa tra le aziende (85% per le grandi realtà e 55% per le medie), si è invece appurato che tale formula, seppur conosciuta dalle piccole imprese e dai professionisti è tra loro diffusa solo per il 12% e per il 4% rispettivamente.
Queste “piccole” realtà, che rappresentano invece una grossa “fetta” di mercato, preferiscono ancora l’acquisto autonomo (42% dei professionisti e 28% dei piccole imprese) ed il tradizionale leasing finanziario (40% dei professionisti e 52% delle piccole imprese) ma dalle loro dichiarazioni si è potuto evincere che il 16% dei professionisti e ben il 25% delle piccole imprese sarebbero orientati verso lo sviluppo del noleggio a lungo termine.

SERVIZI AUTO – Per quanto concerne i servizi legati all’auto, tra le preferenze degli intervistati, come al solito fa da padrona la praticità, quindi primo posto assoluto alla manutenzione del veicolo e poi, in ordine, servizi assicurativi e servizi relativi alla gestione della flotta.
Alla domanda su quali siano i criteri di scelta legati alla car policy troviamo sul podio la sicurezza, l’economicità e gli aspetti legati all’ambiente che, nel prossimo futuro, a dire delle aziende diventerà la discriminante principale dei fleet managers.

AMBIENTE – A proposito di ambiente risulta molto interessante osservare la crescita delle preferenze per le vetture meno inquinanti rispetto ai risultati dell’anno passato.
In particolare, il 20% del campione ha dichiarato di avere almeno un veicolo ecologico all’interno del proprio parco auto e che, dati alla mano, rispetto al 2007 le immatricolazioni di tali tipi di veicoli sono aumentate in maniera sbalorditiva (+ 163% per GPL e gas naturale, + 600% per carburanti derivati da piante, + 400% per veicoli elettrici e + 15% per i veicoli ibridi).
Ciò che mette un freno a questa auspicabile espansione, sempre secondo gli intervistati, è innanzitutto la presenza limitata di punti di rifornimento per questi tipi di vetture, seguita dalla scarsa rete di manutenzione specifica, dal prezzo più alto rispetto ad un veicolo “non ecologico” e, per finire, dal numero esiguo di modelli disponibili (che spesso non si conciliano con l’utilizzo da parte dell’azienda).
Ciò che invece potrebbe invogliarne la diffusione, secondo i dati raccolti, sarebbe in primo luogo una politica fiscale favorevole, in secondo luogo una maggiore informazione sui costi totali legati all’utilizzo dei veicoli ed, infine, una garanzia piu’ lunga del produttore rispetto alle vetture “normali”.
Tanti numeri ma soprattutto innumerevoli spunti per l’analisi di un mercato in costante espansione, in Italia e in Europa.

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