Quando un Governo li propone, è perché le vendite delle Case automobilistiche stanno andando male. Parlo degli incentivi all’acquisto delle vetture. Che adesso arrivano di nuovo, grazie a un decreto che, per diventare legge, andrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e poi approvato dal Parlamento entro 60 giorni. È un bonus alla rottamazione di 1.500 euro: ne ha diritto chi rottama una macchina Euro 0, 1, 2 (immatricolata entro il 1999) e acquista al contempo un’auto con basse emissioni di CO2 (anidride carbonica). Esattamente, non oltre 140 grammi per chilometro di CO2 se il veicolo da rottamare è a benzina; 130 g/km se diesel.
Con questa mossa, il Governo fa sì che in Italia ci siano 15 milioni di auto potenzialmente rottamabili, su 35 milioni di macchine circolanti.
Il decreto include incentivi all’acquisto di auto ecologiche senza rottamazione: 1.500 euro per quelle alimentate a metano, a elettricità o a idrogeno con emissioni superiori ai 120 g/km di CO2; 3.500 euro per auto a metano, a elettricità o a idrogeno, ma con emissioni inferiori ai 120 g/km di CO2. Mentre il bonus è di 1.500 per le auto a Gpl. Si tratta di incentivi cumulabili con quelli della normale rottamazione: potenzialmente, lo sconto totale è di 3.000 euro per auto a metano, a elettricità o a idrogeno con emissioni superiori ai 120 g/km di CO2; e addirittura 5.000 euro per auto alimentate a metano, a elettricità o a idrogeno, ma con emissioni inferiori ai 120 g/km di CO2.
Altra novità. Un bonus di 2.500 euro per l’acquisto di veicoli commerciali leggeri in cambio della rottamazione di veicoli Euro 0, 1 e 2 immatricolati entro il 1999; incentivo di 1.500 euro per commerciali a metano e idrogeno.
Impossibile dire ora se queste misure del Governo basteranno a ridare ossigeno alle Case automobilistiche. C’è chi chiedeva incentivi più forti. Altri volevano un piano di sostegno più complesso e articolato. Di positivo, senz’altro la rapidità con cui il Governo s’è mosso: un decreto legge è effettivo da quando pubblicato in Gazzetta ufficiale (cosa che al momento non è avvenuta, ma dovrebbe essere questione di ore). Dopodiché, sarà il Parlamento – se lo vorrà – a dare l’ok definitivo: non è da escludere qualche modifica al testo del decreto.
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