Pronunci la parola media, specie se riferita a un’auto, e pensi a qualcosa che non è né carne né pesce: un veicolo senza grosse pretese, che non si distingue e che si limita a scarrozzarti in giro in modo dignitoso. Ma la Renault Scénic è un’autorevole eccezione: lei è una monovolume media che ti lascia sempre il dolce in bocca, sia quando la vedi sia mentre la guidi.
Me la ricordo, a metà anni Novanta, quando la Renault decise di collocarla esattamente a metà strada fra la piccola Twingo e la grande Espace: la Scénic brillò sin da subito. Fu un azzardo, per via del fatto che la monovolume in questione aveva soltanto cinque posti. Quella che oggi viene definita monovolume compatta.
Da allora, è esclusivamente migliorata. Compito non facile, che non riesce a tutte le Case. Nel maggio 2009, è arrivata la terza generazione della Scénic. Senza confonderla con la più corta Scénic XMod, la monovolume di cui vi parlo intende fare a pugni con quelle di dimensioni maggiori, tipo Mazda 5 e Citroën C4 Grand Picasso. Insomma, vuol subito far capire che si dà – legittimamente – arie da grande.
Osservate la faccia: si protrae in avanti. Per appagare esteticamente e per tutelare i pedoni. Magari non è percepibile, ma l’altra novità è la superiore distanza fra ruote davanti e dietro (il passo): così, come da mia prova personale, dentro si sta comodi in sette.
Eccitante il nuovo 1.4 a benzina sovralimentato con turbocompressore, di 130 CV. Non male, fra gli altri, anche il 1.6 16v a benzina, GPL e bioetanolo da 110 CV. Numerosi anche i diesel, a partite dal 1.5 dCi (85, 105 e 110 CV).
Ottima, come spesso sulle auto Renault, la dotazione della Scénic III, non solo per la sicurezza, ma anche per il piacere di guuida: climatizzatore bi-zona, sensori di parcheggio, telecamera dietro per vedere bene quando si fa retromarcia. Ovviamente, per la seconda serie, non poteva che prendere cinque stelle nei crash test.