Lasciatevi Guidare: Intervista a Luca Tammaccaro di TomTom

tammaccaIl futuro di ogni business, e ancora di più della navigazione satellitare, è nell’aggiornamento in tempo reale. Luca Tammaccaro, country manager di Tom Tom Italia, ci spiega il valore dei servizi e dei contenuti che attraverso i propri device fornisce e fornirà agli utenti. (L’intervista integrale è disponibile su Business People del 7 luglio 2009 di Chiara Grianti, su gentile concessione dell’editore). TomTom è una case history esemplare. Nata nel 1991 ha conquistato in pochi anni la leadership del mercato dei navigatori satellitari. Qual è il segreto del suo successo?
È un mix di vari fattori: aggressività comunicativa, determinazione commerciale, innovazione tecnologica e soprattutto capacità di comprendere al meglio il mercato. Questo significa anche che il nostro prodotto, non appena estratto dalla scatola, è pronto per l’uso. Abbiamo dato concretezza al concetto di plug & play usability. Non dobbiamo dimenticare, poi, che un ruolo fondamentale per il successo è svolto anche dalle persone perché tutti noi ci abbiamo messo del nostro per raggiungere questi risultati.
Questo il passato e il presente di TomTom, ma come può continuare a essere leader in futuro?
È una domanda che già ponevamo un anno e mezzo fa quando avevamo il 40% di quote di mercato e tutti davano per scontato che perdessimo qualche punto. Invece, secondo le rilevazioni dell’istituto di ricerca GfK, lo scorso mese siamo arrivati a detenere circa il 60% del mercato italiano a valore. Questo significa che siamo cresciuti ulteriormente grazie al buon lavoro fatto con i clienti, con il mercato, con i consumatori. Se lavori bene il mercato ti premia. Per questo motivo vedo il futuro in modo positivo perché noi saremo sempre in grado di innovare, creare valore e differenziarci dalla concorrenza non puntando solo sul prezzo. Non a caso investiamo il 7% del nostro giro d’affari in ricerca e sviluppo. Per esempio, i nostri dispositivi sono dotati della tecnologia Iq Routes che è in grado di dire qual è il migliore percorso da fare in funzione degli ostacoli che incontro, che si tratti di un semaforo, una rotonda o altro.
Dallo shopping alle informazioni culturali. Ma dove si concentrerà il business?
Alle persone interessa tutto, dipende dai momenti e dalle situazioni. Posso erogare qualsiasi tipo di informazione grazie al fatto che possediamo un’azienda, TeleAtlas, che produce mappe digitali ed è specializzato nella geolocalizzazione, e disponiamo delle tecnologia e dei device per veicolare le informazioni agli utenti, che si tratti del meteo o del prezzo della benzina.
Peraltro, in termini proprio di comunicazione, avete rivoluzionato il mercato dotando i vostri dispositivi della voce di famosi comici con TomTom Cabaret. Come è nato questo progetto e che risultato avete conseguito?
Possiedo una lampada magica, quando ho bisogno di innovare o creare qualcosa, sfrego la lampada e magicamente esce il genio con l’idea vincente. Su questa falsariga lanceremo presto altre iniziative, la prima per il prossimo Natale e la seconda per il 2010. Il riscontro sul mercato è molto buono, lo dimostra la crescita di quote di mercato avvenuta negli ultimi mesi. Basti dire che siamo partiti da un fatturato di cinque milioni di euro e siamo arrivati a 130 milioni. Al di là degli artisti poi è bello il fatto che coinvolgiamo anche le persone normali. Recentemente, infatti, abbiamo chiesto a chiunque ne avesse voglia di registrare la propria voce e di partecipare al concorso TomTom Cabaret Live. Ai vincitori abbiamo dato la possibilità di rendere la propria voce scaricabile dal nostro sito per i navigatori TomTom.
Avete recentemente stretto accordi con Apple, Toyota e Renault. Per un’azienda come TomTom che valore ha costruire partnership?
Dipende da chi è il nostro interlocutore. Le partnership, in generale, ci permettono di aprirci verso business aggiuntivi. Se parliamo di automobili, quindi ad esempio del recente accordo con Renault, offriamo un dispositivo embedded al primo impianto, una soluzione integrata. Questo ci permette di accrescere la nostra visibilità, oltre al giro d’affari. Nel caso di Apple – siamo stati i primi a presentare un’applicazione dedicata per il nuovo iPhone – abbiamo la possibilità di avvicinarci a un’ampia community, con la quale condividiamo l’orientamento e l’attitudine innovativa del marchio. Questo ci permette di accrescere la nostra brand awareness e il valore del marchio e aumentare il fatturato. È chiaro, però, che bisogna saper scegliere i partner giusti.
State studiando altri accordi analoghi a questi?
Sicuramente. Con un operatore di telefonia mobile stiamo realizzando un sistema che si chiama Hd Traffic per l’aggiornamento in tempo reale sul traffico. Si basa sull’analisi istantanea dell’eventuale concentrazione di segnali Gprs in una determinata area. Di questi analizza il movimento, mixato con un algoritmo di informazione di percorso che ci permette di costruire una mappa ponderata del traffico, che attraverso una sim integrata nel navigatore è trasferita a tutti gli automobilistiche hanno questo tipo di servizio. Hd Traffic, già implementato un altri Paesi e presto anche in Italia, permetterà ai nostri utenti di evitare gli ingorghi.
In sintesi potremmo dire che gli utenti non vogliono più andare da A a B il più velocemente possibile, ma evitare il traffico, consumare poco…
In passato si usava il navigatore perché non si conosceva la strada. Oggi il navigatore è attivo ogni volta che salgo in auto, anche quando vado da casa all’ufficio, perché mi permette di sapere se c’è traffico, come evitare un ingorgo. È sempre utile. L’evoluzione dell’azienda va nella direzione di rendere migliore la vita dell’automobilista, permettendogli di ottimizzare il tempo e dandogli informazioni utili e divertenti. Il nostro obiettivo è passare sempre di più da fornitore di prodotto a fornitore di servizi e di contenuti.
In che misura?
Speriamo che i servizi e i contenuti che oggi sono circa il 20-25% del nostro business arrivino a rappresentare fino l’80% del nostro giro d’affari. Consideri che offriamo anche Tom Tom Work, un servizio business che fornisce alle imprese la tracce del percorso che hanno compiuto i loro dipendenti. Questo, compatibilmente con la legge sulla privacy, permette di capire come si muovono e di conseguenza ottimizzare le risorse e i tempi.
Solo 5 milioni di automobili delle 35 circolanti in Italia sono dotate di navigatore satellitare. In che modo pensa di convincere le altre 30 milioni ad acquistare un prodotto TomTom?
Il tasso di penetrazione dei navigatori in Italia è del 16%. Ci sono ancora numerosi potenziali acquirenti che possiamo attrarre, dalle persone in là negli anni che ancora guidano, alle donne, fino ai giovani che hanno appena iniziato a usare l’auto e i manager che vogliono effettuare l’upgrade dei propri dispositivi con servizi a maggiore valore aggiunto. Alle donne, in particolare, abbiamo recentemente indirizzato un nuovo prodotto, White Pearl arricchito da un design elegante e da contenuti ad hoc come le indicazioni per raggiungere ristoranti, negozi, teatri e cinema oltre a funzioni come Aiuto per le emergenze, in grado di accrescere la sicurezza di ogni donna che viaggi da sola. Complessivamente il nostro obiettivo è raddoppiare il tasso di penetrazione in Italia.

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