Volkswagen Touran, parola d’ordine: versatilità

annnMonovolume media prodotta a partire dal 2003, basata sulla piattaforma di segmento C del Gruppo Volkswagen (già utilizzata per la Golf e per l’Audi A3), è anzitutto un’auto versatile: ti agevola la vita in qualsiasi situazione, e cioè quando fai gli spostamenti medi e lunghi, quando carichi nel baule tanti oggetti, quando hai bisogno di far viaggiare comodi i passeggeri.

Io l’ho testata dopo averla caricata di ogni roba possibile e immaginabile: caspita, è facile e sicura da guidare anche se stracolma. Per quanto riguarda i propulsori, il 1.4 TSi è un mito vivente. Certo, per spingere di più, mica male il 2.0 TDI da 170 CV.

La linea non è tagliata con l’accetta come quella di altre monovolume. La Touran è seriosa quanto basta, senza eccessi. Io personalmente la considero simpatica, specie se vista in faccia, dov’è stata modificata nel 2007: vedi foto su. La ricordo sette anni fa. Veniva un po’ snobbata. Poi però – una volta arrivata la moda delle monovolume non enormi – la Touran ebbe un grande successo. Così è tuttora.

Ha anche il comodo ParkAssist, una tecnologia che permette all’automobile di parcheggiare con l’assistenza elettronica.

Non so se possa essere considerato un punto debole; comunque, state alla larga dai percorsi fuori strada. Non sono il pane della Touran.

Chiudo con una nota sulla Touran a gas: gioca una partita durissima contro le concorrenti C4 Picasso, Multipla, Zafira.

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