Dopo la presidenza di Paolo Ghinolfi, l’Aniasa, l’associazione che raccoglie le imprese di noleggio, fleet management e servizi collegati, che fa capo a Confindustria, ha eletto al suo vertice per il triennio 2014-2016 Fabrizio Ruggiero. Amministratore Delegato e Direttore Generale di Europcar, società leader in Italia nel rent-a-car con una quota di mercato del 22%, è stato scelto, oltre che per la sua eccellente professionalità, anche per la “legge dell’alternanza”. Da sempre, infatti, l’Aniasa alterna come Presidente un rappresentante del noleggio a lungo termine e uno proveniente dallo short term.
Ruggiero, però, pur anagraficamente giovane, ha una lunga esperienza anche nel noleggio a lungo termine: prima di passare ad Europcar nel 2011, è stato Direttore Generale di Leasys. Sarà dunque in grado di gestire l’associazione con una visione completa. L’ho incontrato per questa intervista settimana scorsa nel suo quartier generale di Europcar a Roma. Preciso subito: Ruggiero è manager dalle idee chiare: durante l’ora di tempo passata assieme, elargisce molti spunti di riflessione che desidero portare all’attenzione di tutti i frequentatori di questo blog.
Il primo spunto riguarda la fiscalità dell’auto aziendale, tematica in cui a mio avviso l’associazione potrebbe fare molto di più in termini di attività di lobbying verso le Istituzioni. Ruggiero ha una visione in parte differente: “Il fisco non sposta la propensione all’acquisto delle auto aziendali, soprattutto quando sono strumenti di lavoro e in particolare per le grandi imprese. L’attuale regime fiscale è comunque favorevole rispetto al cuneo fiscale sul lavoro. Quando l’automobile è un benefit per il dipendente, il costo aziendale è inferiore rispetto a un’aumento di stipendio di importo similare. Al limite una fiscalità più favorevole potrebbe aiutare a diffondere l’auto aziendale presso le Pmi, o perlomeno ad accelerare la rotazione del parco”.
“Il vero vantaggio di una maggiore diffusione dello strumento auto aziendale – prosegue il Presidente di Aniasa – che sarebbe conseguente a maggiori benefici fiscali, è un altro: l’emersione del lavoro nero, che è una piaga per l’economia del Paese. Manutenzioni e riparazioni sarebbero effettuati al 100% con trasparenza e documentazione fiscale, come già avviene per esempio nel comparto del noleggio, dove tutto è documentato e tracciabile, perché questo fa parte del sistema. Se la fiscalità fosse più favorevole, l’emersione del lavoro nero sarebbe totale, almeno in questo campo”.
Il tema del rapporto con le Istituzioni è delicato e difficile in questo momento: “l’approccio corretto – spiega Ruggiero – sarebbe una pianificazione dei rapporti con la politica costante e di lungo periodo. Purtroppo questo non è attualmente possibile: quale politico oggi ragione in ottica futura? Nessuno: oggi la politica vive alla giornata, visto che cambiamenti e ribaltoni sono all’ordine del giorno. Che tipo di pianificazione è possibile, quando gli interlocutori cambiano in continuazione? Come associazione siamo quindi costretti a inseguire, a rincorrere, per contrastare i provvedimenti che rischiano di affossare ulteriormente il comparto Automotive. Nei confronti della politica, oggi chi riesce a programmare sono soltanto le Aziende in Concessione e gli Istituti di credito. Nemmeno più le Assicurazioni riescono a svolgere un’attività di lobbying continuativa a tutela dei propri interessi, figuriamoci le associazioni di categoria del comparto dell’automobile che da sempre agiscono in ordine sparso. E che rappresenta una fetta importantissima del Pil nazionale (il 12%, ndr), ma nessun politico ammette di saperlo”.
Insomma, Istituzioni negligenti? “Non sempre. Alcune realtà amministrative locali sono invece validi interlocutori, con cui è possibile dialogare, pianificare e ottenere tutto ciò che è favorevole per la comunità. E, soprattutto, in tempi ragionevolmente limitati. Con il Governo centrale, invece, sono possibili attualmente soltanto iniziative su tematiche limitate: per esempio molto è stato fatto sul tema multe con le rinotifiche elettroniche, ma sull’informatizzazione si può fare molto di più. Così come sul tema assicurativo, in chiave antifrode, cioè il vero problema delle assicurazioni. Chiarisco il concetto con un esempio: perché per gestire un sinistro le tempistiche concesse arrivano a 24 mesi? Con la conseguenza che, magari in prossimità dei due anni, spuntano falsi testimoni e, ovviamente l’auto è già stata riparata, oppure, come avviene spesso nel caso del noleggio, la vettura è già stata da tempo venduta, e comunque il guidatore potrebbe non ricordare più nulla. Avrebbe più senso stabilire un tempo limite ragionevole per la chiusura della pratica, ma non superiore ai 2-3 mesi”.
Quali previsioni fa l’associazione sul mercato del noleggio 2014? “Ci attendiamo una crescita delle immatricolazioni, sia nel breve sia nel lungo termine, rispetto al 2013. L’obiettivo minimale è di colmare almeno la metà del gap accumulato nei confronti del 2012. Crescerà di conseguenza anche il fatturato. Ci aspettiamo un aumento dei rent-a-car soprattutto nella seconda parte dell’anno, e in particolare nel comparto del turismo, grazie agli stranieri. Più giorni di noleggio significheranno un aumento delle immatricolazioni. Ma il 2014 sarà un anno d’attesa. Perché la vera sfida sarà quella del 2015. Che, a mio avviso, sarà l’anno in cui la mobilità assumerà molti aspetti differenti rispetto al modello di distribuzione e utilizzo a cui siamo abituati finora. I vari mondi dell’auto (vendita, noleggio, leasing, car sharing, car pooling) tenderanno sempre più a sovrapporsi e non più a farsi solo concorrenza. Il risultato sarà una mobilità integrata a 360 gradi, con soluzioni sempre più evolute, in particolare nelle metropoli dove la mobilità sarà un tema sempre più complesso. Grazie alla tecnologia, sarà possibile fruire di soluzioni integrate. Su misura delle necessità degli spostamenti privati o professionali degli utenti: sarà possibile ad esempio utilizzare per 15 minuti un’auto in car sharing, per poi lasciarla e affittare un’auto per quattro giorni per recarsi in un’altra città. Tutto ciò sulla spinta delle nuove generazioni di utenti della strada, i giovani dai 18 ai 25 anni, che mostrano una totale indifferenza verso il senso di proprietà dell’auto, ma non verso la mobilità. Una sfida che l’Aniasa sarà pronta a raccogliere”.