Il noleggio motore della mobilità

Quando l’attuale Codice della Strada venne approvato, venticinque anni fa, il noleggio dei veicoli era poco più che una “curiosità”: la flotta italiana era composta da soli 31.000 veicoli. Oggi sono quasi 800.000. Per questo motivo, l’opportunità di affittare un’auto o un veicolo da lavoro era limitata dalle norme del Codice (più precisamente dall’articolo 84) ai veicoli con peso non superiore alle 7 tonnellate e con una precisa destinazione d’uso. Non era possibile il renting di veicoli industriali di peso superiore, di autobus, di taxi e di vetture adibite al trasporto con conducente. In pratica, quindi, il noleggio era limitato alle automobili, ai mezzi commerciali leggeri, sia per il noleggio a breve (all’epoca il più diffuso) e a lungo termine.

Questi limiti, nonostante gli sforzi dell’Aniasa, non sono mai stati aboliti. Fino a oggi. Nella cosiddetta “Manovrina” del 24 aprile scorso (D.L. n. 50/2017), questo vincolo è stato finalmente cancellato, anche se soltanto relativamente ai veicoli destinati al servizio di linea (autobus, filobus e autosnodati). La notizia è importante, perché significa che il noleggio è sempre più considerato un protagonista della mobilità, anzi: un vero e proprio motore per la smart mobility.

Infatti non serve a nulla limitare il traffico nelle città in ottica anti-inquinamento, favorire l’acquisto di veicoli ecologici o super-ecologici, stimolare progetti di car sharing, se poi nelle metropoli circolano autobus vecchi e molto inquinanti. Che, giova ricordarlo, prendono servizio all’alba e rimangono in circolazione per quasi venti ore al giorno. L’età media degli autobus italiani è di 12,2 anni, contro i soli 7,6 dell’Unione europea. Le aziende di trasporto municipalizzate versano in pessime acque (il caso dell’Atac Roma è drammatico, come tutti sanno): soldi per svecchiare il parco non ce ne sono. Ma se le poche risorse potessero essere spese nella locazione, il risparmio sarebbe sensibile e il risultato economico si potrebbe giovare anche dell’economia di esercizio garantita dai veicoli da trasporto più moderni.

Il trasporto pubblico urbano è l’attore principale del traffico cittadino assieme alla mobilità privata: nessun progetto di miglioramento della circolazione può prescindere da esso. Dunque, bene hanno fatto i politici ad approvare questo articolo della “Manovrina”. Però ora occorrerebbe un altro sforzo: la liberalizzazione del noleggio ai veicoli industriali grandi e, soprattutto ai taxi e ai veicoli di NCC. Sarebbe un ulteriore passo verso una mobilità più in linea con il resto d’Europa. E i player del noleggio a lungo termine sarebbero senz’altro in grado di offrire prodotti adeguati e servizi efficienti a prezzi competitivi, così come stanno dimostrando di fare per i clienti aziendali (di qualsiasi dimensione di parco) e per i privati.

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