
La spinta dei noleggiatori verso la dotazione di black box a bordo del 100% dei veicoli si confronta spesso con timori e dubbi dei fleet manager che comunque sono convinti che l’equipaggiamento hi-tech aumenterà sensibilmente nei prossimi 12 mesi.
Sono questi i principali risultati che emergono dalla ricerca “La telematica sale a bordo”, promossa da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende e presentata nel corso dell’evento “Black box: fleet management e corporate car sharing”, tenutosi a Milano presso la sede di Assolombarda.
L’indagine ha analizzato l’impatto crescente della telematica sulle flotte aziendali, mettendo a confronto le strategie sul tema adottate da quelle di grandi dimensioni con quelle medio-piccole.
Due i raffronti più interessanti proposti dalla survey, riguardanti in particolare la scelta di dotarsi di black box e i principali vantaggi percepiti.
La survey, su quest’ultimo punto, ha evidenziato importanti differenze tra le grandi flotte e quelle medio-piccole. La maggior parte delle grandi aziende che adottano la scatola nera, infatti, beneficia dei dati relativi ai furti (68%) e, a seguire della gestione dei crash (51%), della verifica dei consumi di carburante (37%) e del monitoraggio delle attività di manutenzione (34%). Un punto importante, evidenziato dal 29% degli interpellati, è l’analisi dello stile di guida dei driver, fondamentale per avviare una coscienza più ecologica e, allo stesso tempo, per incrementare la sicurezza.
Da parte loro, le flotte medio-piccole, invece, danno rilevanza soprattutto alla voce “manutenzione” tra i parametri tenuti sotto controllo grazie alla black box. Secondo i fleet manager, infatti, la perfetta efficienza del veicolo è fondamentale non solo per la sicurezza, ma anche per il pieno rispetto degli impegni contrattuali firmati con il noleggiatore: rispettare gli intervalli di manutenzione, i cambi olio, i richiami delle Case e la sostituzione degli pneumatici è importante per non incorrere in penali poco gradite al momento della riconsegna del veicolo.
In sostanza, se da una parte i fleet manager di grandi parchi auto promuovono l’utilizzo della black box principalmente per semplificare la gestione della flotta e renderla più sicura, per quelle più piccole l’obiettivo principale è costituito dai saving consentiti.
Su un altro tema i due cluster presi in considerazione dalla ricerca sembrano però mostrare conclusioni univoche: siamo ancora di fronte a un fenomeno “a due velocità”.
Da un lato, ci sono le società di noleggio che spingono per proteggere il proprio parco con dispositivi telematici per i vantaggi operativi, finanziari e di contenimento del rischio, dall’altro i fruitori delle company car che nella maggior parte dei casi vengono dotati di veicoli di black box senza averne particolare consapevolezza e vorrebbero percepirne maggiori vantaggi
Oltre il 50% di tutti i fleet e mobility manager intervistati crede, comunque, che la telematica nelle flotte avrà un futuro roseo e prevede che il numero dei veicoli in parco equipaggiati con la scatola nera aumenterà già nei prossimi 12 mesi.